Un'interrogazione presentata al
ministero della Salute, che ha come primo firmatario il senatore Pietro Ichino, fotografa la situazione sulla
Legge 31 del 2006 riguardante la
prevenzione della sindrome della morte improvvisa in culla o Sids. Analoga interrogazione depositata alla Camera anche da Massimo Baroni.
La Sids resta la principale causa di morte, dopo il primo mese di vita, nei bambini nati sani. Identificarla esattamente è fondamentale. La legge 31 prevede dunque l’obbligo dell’autopsia in caso di morte improvvisa del lattante (Sids) e morte inaspettata del feto (o Suids), ma è rimasta praticamente non attuata. Nelle regioni non si è mosso nulla, tranne, secondo Ichino, nella Provincia autonoma di Trento e negli ospedali di Lecco, Merate, Crema, Piacenza e Modena, in cui la legge sembra essere applicata.
Ci sono poi Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Trentino e Veneto che hanno almeno individuato i Centri di riferimento che devono occuparsi degli esami autoptici e della raccolta dei dati da trasmettere al Centro “Lino Rossi” dell’Università di Milano, dove è attiva una banca dati nazionale e un centro di ricerca internazionale. Ma il centro di riferimento per le morti in culla non può funzionare perché il nodo della questione sembra essere il protocollo operativo da seguire per le indagini diagnostiche. Quello, per esempio, messo a punto dal direttore del Centro Lino Rossi non avrebbe ottenuto il nullaosta del Consiglio superiore di sanità.
Hai trovato interessante l’articolo “Dimenticata la legge sulla Sids o morte in culla”?
Nelle diverse sezioni del portale, puoi trovare approfondimenti, curiosità ma soprattutto consigli utili per vivere al meglio il periodo della gravidanza e crescere serenamente il tuo bambino.
Gravidanza, parto, cura e benessere di mamma e bambino e molto altro ancora: come fatto per la categoria 0-6 Mesi seleziona quella di tuo interesse e non perdere gli articoli scelti per te, scoprili subito.
Buona lettura!
Provenienza della fotografia freepik
Le fotografie appartengono ai rispettivi proprietari. Mamme 2.0 la guida per le mamme tra figli, lavoro e tecnologia non rivendica alcuna paternità e proprietà ad esclusione di dove esplicitata.
Vi invitiamo a contattarci per richiederne la rimozione qualora autori.