Prende il nome dal pediatra tedesco Ernst Moro che nel 1918 per primo l'ha studiato. Oggi i neonatologi se ne servono per controllare eventuali anomalie degli arti. Il test è facilissimo: si tiene il piccolo a faccia in su, con una mano davanti al corpo e l'altra che sorregge la testa. Quindi si abbassa di qualche centrimetro la mano sotto la testa: il bambino a quel punto ha la sensazione di cadere e per avvisarci spalanca le braccia, poi le richiude come per cercare un appiglio a cui aggrapparsi, flettendo la testa all'indietro. Vi capiterà di notare questa reazione anche a casa, se prendendolo in braccio o coricandolo nella culla, non gli sorreggete bene la testa. Non preoccupatevi: come avete visto si tratta di una reazione del tutto spontanea e normale. Anch'essa è un ricordo delle sue remote origini: solo che adesso quel gesto di sopravvivenza è diventato un segnale che ci avverte che il piccolo si sente instabile e in pericolo. In genere, il riflesso di Moro rimane fino alla sesta settimana, poi gradualmente perde d'intensità per sparire definitivamente verso il 3°-4° mese di vita.
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