E' forse la malattia infettiva più lieve fra tutte quelle infantili. Diventa particolarmente temibile, invece, se contratta nei primi mesi di gravidanza quando il virus può colpire il feto e provocargli gravi malformazioni.
Compare con epidemie saltuarie più frequenti in primavera che colpiscono i bambini, specie tra i cinque e i quattordini anni. La rosolia si trasmette per via diretta, attraverso le goccioline di saliva, e il bambino può essere contagioso a partire da una settimana prima dell'inizio delle minifestazioni cutanee fino alla loro scomparsa. Il periodo di incubazione è di circa due settimane.
Come si riconosce. Un lieve malessere generale preannuncia l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche dietro la nuca e le orecchie che dolgono quando vengono toccate. Segue la comparsa di maccioline rosate, prima al volto e al collo, poi al tronco, infine l'esantema si attenua per interessare invece braccia e gambe. Può esserci febbre ma quasi mai elevata. Se siete certe o avete il minimo dubbio che possa trattarsi di rosolia, impedite che il bambino si avvicini a donne in gravidanza. Talvolta febbre ed eruzione cutanea sono talmente sfumate che la rosolia passa inosservata.
In attesa del pediatra. Tenete il bambino in casa, per non esporlo a malattie da raffreddamento alle quali può essere momentaneamente ricettivo.
Come si cura. Non esiste terapia contro il virus della rosolia. In genere non è necessario alcun trattamento per alleviare la febbre. Basta il riposo a letto e la malattia guarisce completamente nel giro di una settimana lasciando una protezione che dura per tutta la vita.
La rosolia può essere prevenuta con la vaccinazione. La prima dose è consigliata a quindici mesi con un richiamo a dodici anni.
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