Durante il
Congresso italiano di Pediatria che si è svolto a Palermo è venuta fuori la tesi che le
vittime di bullismo hanno una
vita più breve rispetto agli altri perché abusi e prepotenze causano un
invecchiamento precoce.
Dai dati presentati, gli atti di bullismo, le violenze subite accorcerebbero la vita dai 7 ai 10 anni a causa di
malattie correlate alle violenze come obesità, cefalea, asma, tumori, malattie cardiovascolari.
A rafforzare la tesi anche una
ricerca realizzata dall'Università di Warwick dove gli scienziati inglesi hanno analizzato un campione di bambini di 12 anni riscontrando nel 24,2 per cento di loro la presenza di incubi, nel 9,3 per cento di episodi di terrore notturno e nel 12,6 per cento episodi di sonnambulismo. Sempre da questi dati emerge che le probabilità di fare brutti sogni è maggiore a 12 anni se fra gli 8 e i 10 anni di età i bambini sono stati vittime di bullismo.
Altro studio, pubblicato su "Pediatrics" dall'
Ospedale pediatrico di Boston, ha coinvolto circa 4300 tra bambini e adolescenti verificandone le condizioni psicofisiche per diversi anni e mostrando l'effetto negativo delle prepotenze subite.
I danni prodotti sembrano non limitarsi solo a quelli di natura psicologica ma si verificano anche sintomi quali emicrania, mal di schiena, dolori addominali, problemi della pelle, stanchezza persistente, inappetenza, insonnia, ecc... Essere vittima di episodi di bullismo può lasciare inoltre
tracce di ordine genetico, influenzando per sempre l'individuo. Secondo uno studio francese gli effetti prodotti dal bullismo coinvolgono uno specifico gene nella regolazione dell'umore. I ricercatori avevano notato che i bambini vittime di bullismo producevano meno cortisolo, l'ormone dello stress, ma avevano problemi di interazione sociale e comportamenti aggressivi. Secondo gli scienziati d'oltralpe, prima della riduzione della produzione di cortisolo avviene una modificazione del gene SERT che regola la serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale nella gestione dell'umore e nei processi che innescano i sintomi depressivi.
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