Una dieta inadeguata, troppo povera di proteine, riduce drasticamente la fertilità femminile. Un gruppo di ricercatori del Centro Malattie Neurogenerative dell'Università di Milano ha studiato il meccanismo molecolare responsabile di questo fenomeno nei topini di laboratorio, pubblicando i risultati sulla rivista Cell Metabolism. Quando le topine vengono alimentate con una dieta squilibrata, eccessivamente ipocalorica o carente di aminoacidi, i recettori degli ormoni estrogeni presenti nel fegato diminuiscono la loro attività. Ne consegue una produzione insufficiente di ormone somatotropina, indispensabile per la progressione del ciclo ovulatorio e per la preparazione della parete uterina ad accogliere l'ovocita fecondato.
Quando alle topine viene nuovamente somministrata una quantità adeguata di aminoacidi, il recettore riprende a funzionare a pieno regime e la fertilità torna a livelli normali. E' un meccanismo adattativo che si è sviluppato nel corso dell'evoluzione dei mammiferi per impedire l'avvio di una nuova gravidanza in condizioni di denutrizione, un'eventualità che sarebbe dannosa sia per la salute del nascituro, sia per quella della futura madre.
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