L'equitazione a scopo terapeutico, o ippoterapia, fu introdotta in Italia nel 1975 dal medico belga Danièle Nicolas Citterio. Alla sua diffusione a notevolmente contribuito, negli anni, l'Associazione nazionale italiana per la riabilitazione equestre.
L'ippoterapia agisce, grazie all'interazione uomo-cavallo, a livello sia neuromotorio sia neuropsicologico. Ha dimostrato di essere valida, in particolare, per la rieducazione dei portatori di handicap psicomotori: la coordinazione dei movimenti per stare correttamente in sella, la concentrazione mentale e l'impiego muscolare influiscono positivamente sull'equilibrio psicofisico dei disabili, soprattutto se giovani.
Inoltre, per conseguire buoni risultati rieducativi si è visto come sia importante non solo limitarsi a stare in groppa, ma pure accudire il quadrupede prima e dopo la cavalcata, instaurare con lui un solido rapporto di fiducia.
E' scontato che l'attività rieducativa sia affidata, sotto costante controllo medico, a istruttori qualificati presso centri ippici e organizzazioni specializzate, come l'Anire che ha sedi un po' dappertutto in Italia.
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