In Italia soffrono di epilessia 500mila persone, di cui più della metà bambini e adolescenti. Riguardo a questa malattia esistono ancora oggi moltissimi pregiudizi e per questo viene definita "malattia sociale". Si tratta di una “scarica parossistica nei neuroni cerebrali”, che può essere genetica, nel 30% dei casi, e acquisita, nel restante 70%.
Dall’epilessia si può guarire e con i farmaci si può comunque tenere sotto controllo, nella maggior parte dei casi anche se un 30% di soggetti hanno forme di epilessia resistenti ai farmaci.
La crisi epilettica si verifica per un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcune cellule del cervello incominciano a lavorare con un ritmo superiore al normale, producendo la cosiddetta scarica epilettica e da qui la crisi.
Molti epilettici hanno con sé uno speciale tesserino, una targhetta o indossano un bracciale che comprovano la malattia. Generalmente le convulsioni durano da uno a due minuti. Quando accade la prima regola è non immobilizzare o ostacolare i movimenti, non tenere la bocca aperta con la forza e non mettere oggetti fra i denti per evitare che il paziente si morda la lingua. Allentare indumenti stretti o intorno al collo e posizionare qualcosa di morbido sotto la testa. Una volta terminata la crisi, mettere in posizione laterale bambino o adulto che sia e attendere che torni cosciente. Tuttavia se una convulsione dura più di 5 minuti è meglio chiamare soccorsi.
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