Il
citomegalovirus (CMV) è una di quelle infezioni che passa quasi inosservata perché non dà sintomi specifici ed è così comune da contagiare 3/4 degli adulti. Se contratto però
in gravidanza, questo virus proveniente dal ceppo erpetico come quello labiale, è
pericoloso e può essere causa anche di disabilità nel neonato.
Fortunatamente la probabilità non è alta: si parla dell’1-4 per cento delle future mamme che ne è affetto, solo un terzo lo trasmetterà al figlio. Meglio però proteggersi. Quando il citomegalovirus è congenito può comunque non interferire con il corretto sviluppo dell'embrione. Tuttavia se il contagio è precoce, possono manifestarsi
ritardi mentali, sordità o corioretinite, una malattia oculare infiammatoria che conduce anche a
cecità.
Il citomegalovirus
si trasmette attraverso i fluidi corporei, come saliva o urina. Attenzione dunque all’igiene, soprattutto quando si è a contatto con bambini di età inferiore ai 6 anni. Lavare molto bene mani e giocattoli messi in bocca dal bambino, evitare baci sulla bocca. L’asilo, per esempio, dicono gli esperti, è il luogo dove più facilmente si trasmette il virus.
Esiste l’opzione di uno
screening precoce con un semplice esame del sangue dove la presenza di anticorpi IgG e IgM nella donna indica un’infezione da citomegalovirus primaria in corso. Purtroppo in Italia e in altri paesi europei, lo screening precoce non fa parte di linee guida condivise ed è problema di discussione. Molte gestanti, informate anche attraverso internet, si sottopongono al test, a pagamento, di sua iniziativa e solo pochi ginecologi suggeriscono lo screening.
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