Nel secondo trimestre di vita il bambino fa dei progressi enormi. I vocalizzi del neonato sono i primi suoni che il bambino emette nei primi mesi di vita. Questi suoni sono importanti per lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione del bambino. In questo articolo, esploreremo il significato dei vocalizzi del neonato, come stimolarli e vedremo insieme quando il bambino inizia a imitare i suoni.
Vocalizzi neonato significato
I vocalizzi del neonato sono i primi suoni che il bambino emette nei primi mesi di vita. Questi suoni possono essere di vario tipo, come gorgoglii, suoni gutturali e altri suoni che il bambino emette per esplorare il suo ambiente e comunicare con gli altri.
Come stimolare vocalizzi neonato?
Per stimolare i vocalizzi del neonato, è importante parlare con il bambino e rispondere ai suoi suoni. Sembra un'assurdità, ma, anche se può sembrare avventato parlare con un bimbo così piccolo, stimolare il bambino sin dai primi giorni di vita è fondamentale per sviluppare la sua capacità relazionale, oltre che la sua voglia di comunicare.
Puoi cantargli la sua canzone della buona notte (ogni mamma credo ne abbia una) e fare suoni divertenti per attirare l'attenzione del bambino. Inoltre, è importante creare un ambiente calmo e rilassante per il bambino, in modo che si senta a suo agio e possa esplorare il suo ambiente in modo sicuro.
Quando i neonati iniziano a imitare i suoni?
I neonati iniziano a imitare i suoni intorno ai 2-3 mesi di età. Inizieranno a imitare i suoni che sentono intorno a loro, come il suono della voce dei genitori o dei giocattoli. Questo è un passo importante nello sviluppo del linguaggio del bambino e può essere incoraggiato attraverso la lettura di libri e la ripetizione di parole e suoni.
Certo il pianto è la prima reazione naturale a quell'età. È un fatto istintivo. Con uno strillo il neonato conferma il proprio arrivo nel mondo, ma si tratta appunto di un segnale istintivo che non serve ancora per comunicare.
Verso i tre mesi il bambino non si accontenta più. Questo strano rumore che sa fare comincia a capire che più è forte e insistente più ha il potere di far arrivare la mamma quando ha fame, e magari può servirgli per molte altre cose.
Ancora non sa che questo diventerà il principale strumento di comunicazione con gli esseri umani, per ora per esprimersi si accontenta di usare il corpo (e soprattutto il viso) per segnalare alla mamma le sue necessità.
Come inizia a esprimersi il neonato?
Il neonato inizia a gorgheggiare intorno ai 4-6 mesi di età. Questo è un passo importante nello sviluppo del linguaggio del bambino, in quanto inizia a sperimentare con suoni e intonazioni diverse.
Osservatelo: con grande sforzo si protende in avanti quando vuole essere preso in braccio, oppure ha una espressione triste e corrucciata se vuole essere cambiato.
A questi segnali corporei associa il pianto. A tre-quattro mesi di vita ha già capito che può segnalare con il suono giusto la propria necessità. Nasce da questa importante intuizione tutta una gamma di intonazioni diverse: il mugolio di soddisfazione che segue il pasto, lo strillo della fame acuta, il pianto della sofferenza, i primi gridolini di piacere.
La scoperta delle consonanti tra il 4° e il 5° mese: la lallazione
Questo meccanismo, che ora è appena accennato, si perfeziona tra il 4° e 5° mese. In questa fase avviene la scoperta delle consonati (la B, la D e la M sembrano favorite) che il piccolo si diverte a ripetere prima da sole e poi in associazione alle vocali (soprattutto A).
Nasce così, la costruzione delle sillabe, il fenomeno della lallazione, il balbettamento con cui il bambino ripete "la-la-la" oppure "ma-ma-ma": non lo fa per comunicare qualcosa (è ancora troppo presto) ma semplicemente perché si diverte con questo giocattolo nuovo che è il suono.
Il bambino ancora non è in grado di mettere in relazione il suono con il messaggio, quindi dice "ma-ma" perché è un suono facile ma non intende ancora chiamare la mamma.
Ripetere il nome (facile!) degli oggetti che tocca può diventare un esercizio importante, se non altro perché così lo invogliate a imitarvi e probabilmente accelerate l'aprendimento del linguaggio.
Quali sono le prime parole di un neonato?
Uno dei suoi grandi divertimenti, già dal 3° mese, è cercare di imitare i suoni che fa la mamma mentre si occupa di lui; nascono così i gorgoglii, i primi accenni di parola: è la strada giusta per imparare le regole di un nuovo e affascinante gioco che si chiama linguaggio.
Naturalmente non tutti i bambini si comportano allo stesso modo e negli stessi tempi: i tipi più tranquilli e riflessivi passeranno forse più tempo a guardare il mondo, mentre i più estroversi faranno mille sforzi per "parlare". Ancora una volta gli stimoli che arrivano dall'ambiente sono molto importanti: parlate molto a vostro figlio perché a parlare, non dimentichiamolo, si impara solo per imitazione.
Le prime parole di un neonato possono variare, ma di solito iniziano a parlare intorno ai 12 mesi di età. Le prime parole possono essere parole semplici come "mamma" o "papà", ma possono anche essere parole che il bambino ha sentito spesso intorno a lui, come "cane" o "gatto".
È importante continuare a parlare con il bambino e incoraggiarlo a ripetere le parole che sente intorno a lui per aiutare nello sviluppo del suo linguaggio.
"Ma ma" fa arrivare la mamma!
Quando la mamma ripete, tra sorrisi e coccole, i primi incerti "ba-ba" del figlio, scatena nel bambino un moto di gioia. Nonostante sia così piccolo, il messaggio è chiaro: quei suoni alla mamma piacciono, quindi si sente incoraggiato a ripeterli. E' chiaro come quest'abitudine, che poi continuerà con le parole e le frasi, lo aiuterà ad appropriarsi del linguaggio con facilità.
Quando (e passeranno ancora alcuni mesi) il vostro bambino riuscirà a mettere in relazione il suono "ma-ma" con il vostro arrivo, vi dimostrerà che ha capito il significato delle parole e della comunicazione. E a questo punto è un individuo "parlante", anche se conosce una sola parola.
Vocalizzi del neonato: tutto chiaro?
In conclusione, i vocalizzi del neonato sono un passo importante nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione del bambino. Intanto ha messo a punto la vista, ora è in condizione di fissare gli oggetti e di seguirne i contorni, reagisce ai rumori più o meno graditi e comincia a "lavorare" con un altro strumento misterioso che ha a disposizione: la voce.
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