"
Mia figlia di sei anni, dopo una visita oculistica è risultata essere astigmatica nell'occhio destro - racconta una madre -
così dopo varie consultazioni perché ero indecisa sul metterle gli occhiali, sono ricorsa a un optometrista che pratica training visivo".
Di cosa si tratta? Questo tipo di training è conosciuto anche come
terapia della visione e consiste in vari programmi indirizzati al miglioramento della performance visiva, gestiti da un optometrista. Obiettivo di questa terapia è
"il miglioramento di sottili interazioni attraverso l'uso di esercizi e strumenti accuratamente concepiti" ci riferisce l
'optometrista Nedal Alzyod, membro associato C. O. V. D. (Collegio degli optometristi per lo sviluppo della visione).
L'optometrista parte da un'attenta valutazione della funzione visiva, concentrandosi sulla lettura rapida da parte del paziente, sulla percezione della distanza, sulla consapevolezza del campo visivo periferico e sul movimento coordinato di ciscun occhio rispetto all'altro. Da questa valutazione, spiega Nedal "
parto per progettare un percorso di esercizi basati su una serie di incontri orientati a correggere i problemi che ho individuato nel bambino o nell'adulto. Il buon risultato è ottenuto dalla pratica e persistenza degli esercizi finalizzati alla rieducazione di abitudini e riflessi". In particolare "
dovrebbero essere valutati i bambini che sfregano gli occhi durante la lettura o dicono di aver mal di testa leggendo", perché possono esserci problemi di messa a fuoco oppure problemi di convergenza o divergenza. In questi casi una visita oculistica per verificare prima la salute oculare e poi un'analisi della visione optometrica possono rivelare la presenza di un problema.
Il training visivo, aggiunge Nedal, "
può essere utile in seguito ad un'operazione per strabismo, ma anche per l'occhio pigro. Può altresì far parte di un approccio multidisciplinare al trattamento della dislessia o delle disabilità di apprendimento". Quando viene consigliata la terapia della visione, l'optometrista spiega quali sono le aspettative e cosa è necessario per ottenere il successo atteso. Il piccolo paziente (ma anche il grande) deve prepararsi, seguito ovviamente dai genitori, ad eseguire alcuni esercizi a casa indicati di volta in volta dall'optometrista. Anche dopo il trattamento, può essere necessario ripeterlo in futuro. E comunque "
i 10/10 - dice Nedal -
non significano visione perfetta, perché non valutano molti altri importanti aspetti della visione normale".
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